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Caro bollette e microclima

Caro bollette e microclima

Bollette e microclima

In questi ultimi mesi molte aziende stanno valutando come ridurre i costi energetici derivanti dal caro bollette riducendo il riscaldamento di aree aziendali poco utilizzate o con grandi aperture. In questo periodo pertanto molte aziende ci chiedono quale sia la temperatura minima da tenere nei reparti. Per quanto riguarda la sicurezza del lavoro, il Datore è tenuto a garantire per i lavoratori una condizione di comfort tecnico adeguato considerando anche la tipologia di lavoro svolta (Allegato IV D.Lgs 81/08).

In tale contesto normativo non è possibile spegnere il riscaldamento dei reparti, ma è possibile mediante studi determinare le condizioni di esercizio che consentono di  minimizzare questa situazione di discomfort.

Premesso che il benessere termico è una condizione personale, esistono numerose norme tecniche finalizzate alla determinazione del comfort tecnico per la maggior parte dei lavoratori aziendali; il più utilizzato è l’indice PMV (Predicted Mean Vote) ai sensi della norma UNI EN ISO 7730.

Tale indice viene determinato mediante l’utilizzo di stazioni microclimatiche che determinano contemporaneamente la temperatura dell’aria, Temperatura Media Radiante, umidità, correnti d’aria, attività metaboliche svolte e capacità termica del vestiario e ci consente di determinare con un adeguato grado di precisione la percentuale dei lavoratori insoddisfatti ( indice PPD: Predicted Percentage of Dissadisfied).

Remark ha implementato simulazioni stagionali sulla base dei dati microclimatici storici forniti da ARPA finalizzati a determinare le temperature minime raggiungibili nei vari reparti aziendali in funzione delle attività svolte dai lavoratori e dal vestiario fornito.

In tale valutazione è possibile determinare compensative da adottare per superare le condizioni di maggior “discomfort”che si verranno a creare a causa della riduzione di temperatura nelle aree interessate.

In particolare è possibile determinare:

  • La temperatura minima e l’umidità di reparto al fine di garantire un numero adeguato di persone soddisfatte
  • Il vestiario integrativo da fornire e le certificazioni richieste (es. berrette, scarpe imbottite, indumenti aggiuntivi)
  • Utilizzo di sorgenti localizzate radianti, schermi protettivi
  • Riorganizzazione delle aree ristoro
  • Tempi massimi di lavoro e condizioni di recupero

In tale contesto è inoltre possibile valutare gli indumenti dei lavoratori che svolgono la propria attività in esterno siano adeguati. Molto spesso le aziende infatti acquistano indumenti costosi ma non certificati per ambienti freschi e freddi.

In conclusione tale approccio innovativo consente all’azienda di concentrare con i propri lavoratori (attraverso le relative rappresentanze) delle soluzioni tecniche efficaci e pragmatiche per superare senza inutili formalismi il difficile momento congiunturale dettato degli attuali costi del gas e dell’energia.

Per maggiori informazioni sulla nostra valutazione o per una consulenza specifica sull’argomento, non esitare a contattarci


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